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  1. STELLA ROSSA. ROMANZO-UTOPIA (LA)

    di BOGDANOV ALEKSANDR; MANISCALCO BASILE G. (CUR.) Pubblicato da SELLERIO EDITORE PALERMO Data Pubblicazione 3-1989 € 7,23

    Cronache marziane all'origine della fantascienza sociologica del Novecento, con una patina di ottimismo sfagliata appena da una traccia di dubbio sul futuro. A cura di Giovanni Maniscalco Basile. Alcuni ricorderanno in Bogdanov il teorico della conoscenza avversato da Lenin nella sua maggiore opera filosofica, Materialismo ed empiriocriticismo. La pubblicazione recente degli scritti bogdanoviani sull'organizzazione lo rivela anticipatore delle moderne teorie dei sistemi, delle catastrofi, della complessità, per aver fondato una disciplina dal nome lievemente evocante capricci futuristi, la «tectologia». Fu capo dei bolscevichi nella rivoluzione del 1905. Credendo che il potere si basi, non sul possesso dei mezzi di produzione, ma sul dominio della cultura organizzativa, fondò il «Proletkul't», l'organismo che avrebbe avviato il proletariato a una cultura radicalmente nuova e, quindi, al nuovo potere. Economista, sociologo, scienziato della natura, filosofo, critico d'arte, psicologo, medico, sempre bizzarramente geniale. Morì scegliendo di tentare su di sé un esperimento clinico, nel 1928, precedendo le persecuzioni di Stalin che non lo avrebbero risparmiato. Una vita, insomma, somigliante al racconto di uno di quegli scrittori amanti degli ingegni estremi, irrequieti, tenacemente curiosi, che sembrano sondare, nell'arco breve di un'esistenza, tutta la grandezza e i dolori di un umanesimo eterno. La stella rossa. Romanzo-utopia è del 1906: uno sconfitto della rivoluzione si reca, grazie a un prodigio della scienza, su Marte dove da secoli un socialismo «tectologico» rende felice la vita sociale. Cronache marziane all'origine della fantascienza sociologica del Novecento, con una patina di ottimismo sfagliata appena da una traccia di dubbio, da una punta scettica e malinconica in cui potrebbe prefigurarsi l'ombra dell'antiutopia di Orwell e Zamjatin. Oppure in cui potrebbe prefigurarsi un'altra preoccupazione: che la vera catastrofe sia che non ci sarà catastrofe, che il futuro non sarà che un presente un poco diverso, facendo del balsamo dell'utopia una ingenua futilità. Bogdanov, pseudonimo di Aleksandr Aleksandrovic Malinovskij, (Tula, 1873-Mosca, 1928) scrisse un gran numero di opere scientifiche e critiche in diverse discipline, e due romanzi di fantascienza: oltre a La stella rossa. Romanzo-utopia, L'ingegner Menni. Romanzo fantastico (del 1913).

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  2. STELLA ROSSA-L'INGEGNERE MENNI (LA)

    di BOGDANOV ALEKSANDR; MASTROIANNI G. (CUR.) Pubblicato da ABRAMO Data Pubblicazione 2-2009 € 20,00

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  3. INGEGNER MENNI

    di BOGDANOV ALEKSANDR Pubblicato da AGENZIA ALCATRAZ Data Pubblicazione 3-2019 € 17,00

    Scritto e pubblicato dopo «Stella Rossa», «Ingegner Menni» è la seconda parte della dilogia marziana e l'ultima opera di narrativa compiuta di Aleksandr Bogdanov. Collocato prima in linea temporale rispetto all'opera con protagonista il rivoluzionario pietroburghese Leonid, il romanzo viene presentato da questi come una sua traduzione destinata al popolo terrestre di un importante libro proveniente dal Pianeta rosso. Bogdanov sfrutta questo stratagemma letterario per raccontare la storia marziana dei circa duecentocinquanta anni che precedono «Stella Rossa» attraverso tre generazioni della famiglia dell'ingegner Menni, descrivendo così l'avvento del socialismo su Marte e raccontando in dettaglio la costruzione dei Grandi Canali, strutture geologiche individuate dallo scienziato italiano Giovanni Schiaparelli. Partendo da un'epoca feudale, con il duca Ormen Al'do, passando per il periodo borghese e capitalista caratterizzato da Menni e giungendo alla socialista Netti, Bogdanov riesce ancora una volta, dopo «Stella Rossa», a usare il linguaggio della finzione per trasmettere la sua visione filosofica e politica, adoperando i tre protagonisti come espediente per mostrare le differenze insite nella percezione della coscienza di classe di ognuno. Il presente volume contiene «Il marziano abbandonato sulla Terra», poemetto incompiuto che secondo i piani dell'autore sarebbe dovuto essere il terzo episodio della serie marziana.

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